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Viaggio a Shamballa, dove si costruiscono le case in 3D

Wasp ha chiamato il popolo degli amanti della stampa 3D a una due giorni chiamata in modo evocativo, Viaggio a Shamballa. E i fan della casa produttrice romagnola non si sono fatti attendere, raggiungendo in grande numero la bassa ravennate, sabato 6 e domenica 7 ottobre scorsi, fino a riempire ogni spazio a disposizione per assistere alle presentazioni e ai workshop (quasi settecento persone solo nell’arco del primo giorno).

La dimostrazione che l’interesse per questo evento sia andata oltre i confini geografici è dato dalle provenienze dei partecipanti: è stato possibile incontrare e scambiare opinioni sul 3D con persone provenienti da Messico, Spagna, Marocco, Svezia, Giappone, Francia e da molte città italiane.

Si è trattato di una due giorni divisa in più momenti di approfondimento e di confronto, tutti all’insegna di una visione del futuro basata sulla centralità delle tecnologie additive.

I campi come sappiamo sono quasi infiniti, ma tra questi l’edilizia è stata al centro dell’attenzione di tutti proprio per il grande sogno di Wasp di creare case per tutti grazie alla stampa 3D.

Ed è infatti all’avanzamento della ricerca sul 3D per costruire case che è stato dedicato Viaggio a Shamballa, così come già fatto tre anni fa con l’evento di costruzione della Delta 12 metri.

La mattina del primo giorno è stata dedicata alla presentazione dei risultato delle ricerche del team di Wasp, con l’attesa presentazione del progetto Crane che ha permesso di realizzare e testare il primo modulo abitativo in terra cruda, che ha preso il nome di Gaia.

La casa in terra cruda costruita da WASP è in classe A+4

E Gaia è già un caso di studio, con gli architetti biellesi di Rice House che hanno effettuato lo studio di fattibilità dell’opera con l’impiego di materiale di scarto del riso (la lolla) e anche la successiva certificazione energetica, che ha dato come esito uno strabiliante e poco comune grado A+4.

Il nome Gaia è un evidente omaggio alla terra, sia come luogo dove tutti noi viviamo e dove è giusto che tutti abbiano una casa sana nella quale abitare, ma anche la terra da intendersi come materiale ricavato dal contesto locale con il quale costruire una casa, senza artifici e quindi senza scarti, con allo stesso tempo un impatto ambientale pari a zero.

Leggi come è stata costruita Gaia

Il convegno di Shamballa che ne è seguito, sempre durante la mattinata è stato tutto rivolto a sostenere la necessità di un ripensamento dei modelli di produzione in ambito edilizio, con una selezione di relatori di primo piano nell’ambito dell’utilizzo delle nuove tecnologie additive in ambito costruttivo: Mahriz Zakeri dello studio francese XtreeE, Alexandre Dubor ricercatore dello Iaac di Barcellona, il precursore della stampa 3D in edilizia l’ingegner Enrico Dini di D-Shape e Ronald Rael studioso e imprenditore a San Francisco con Emerging Objects.

Il pomeriggio di sabato ha dato poi il via alla festa con la visita a Gaia e alla nuova sede di Wasp, e, nonostante la pioggia, la fila per visitare il modulo in terra cruda posta sul terreno che nel tempo diventerà il villaggio di Shamballa è durata per ore, tra chi era deciso ad entrare subito in questa piccola e confortevole abitazione e chi ha rimandato di qualche ora per visitare prima il padiglione di ricerca e sviluppo adiacente.

Il giorno seguente si è tenuto momento di incontro di tutti i Wasp Hub mondiali, ovvero la rete di rivendita e servizi che fa uso esclusivamente di stampanti Wasp, per coordinare le attività della rete e scoprire i vantaggi dell’adesione, mentre nel pomeriggio è arrivato il momento dei workshop centrati sulle applicazioni della stampa 3D, dall’argilla per la scultura digitale e quindi manuale, alla lavorazione dell’impasto per la terra cruda, fino ad arrivare al medicale e alla co-progettazione di arredi e spazi, in un’ottica di ergonomia e architettura partecipata.

Sono poche le occasioni nelle quali un’azienda è capace di chiamare a raccolta una comunità di appassionati così variegata e appassionata come quella vista in questi due giorni, grazie a una visione oltre gli schemi e alla capacità di Massimo Moretti e del suo team di dare un senso profondo e utile all’utilizzo della tecnologia.

 

 

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