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Un viaggio nelle stampanti 3D Made in Italy

A livello di Made in Italy il piano Industria 4.0 ha funzionato. Secondo dati del governo l’incremento degli ordinativi sul mercato interno di beni strumentali ha raggiunto picchi del +11,6% per macchinari e altri apparecchi. Le aspettative sono ai massimi livelli dal 2010. I dati positivi riguardano anche le spese in ricerca e sviluppo, tema che ha attratto migli ia di imprese che nel 2016 non avevano investito in tal senso. E ora il piano decolla e cambia nome, in Impresa 4.0, per coinvolgere realtà aziendali e professionisti in senso più ampio.

Se guardiamo alle sole Pmi del manifatturiero italiano utilizzando la bella fotografia fatta dall’Osservatorio Mecspe, risulta che ben il 66% degli imprenditori giudica positivamente gli effetti del piano sul settore. In particolare, tra le iniziative si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento per i macchinari funzionali alla digitalizzazione, al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti e alla de-fiscalizzazione dei premi di produzione.

Al di là degli incentivi governativi è però chiara la propensione agli investimenti da parte delle imprese: quasi la metà dice che continuerebbe a destinare in assenza di agevolazioni.

Per quanto riguarda gli investimenti nei prossimi anni, quindi, quasi nove aziende su dieci si dichiarano disposte a investire una quota del proprio fatturato nelle tecnologie per trasformare l’impresa in una fabbrica intelligente.

Made in Italy per l’additive manufacturing

Stiamo parlando delle cosiddette tecnologie abilitanti: quelle di sicurezza informatica e connettività, il cloud, l’Internet of Things, i software di simulazione, la stampa 3D. Ecco perché la percezione che l’additive manufacturing ha nelle Pmi italiane è importante.

E, ancora di più, è importante far conoscere quante e quali sono le Pmi italiane che questa tecnologia la creano.

Allo scopo abbiamo realizzato un’inchiesta coinvolgendole direttamente, chiedendo loro di raccontarsi e di interpretare il fenomeno in atto e in proiezione. Non tutte ci hanno risposto, ma la maggioranza lo ha fatto. Ne emerge un quadro fatto di visione e pazienza, di intuizione e tenacia, di genio e senso pratico. Un quadro tipicamente italiano, insomma.

SFOGLIA L’ULTIMO NUMERO

La seconda inchiesta del numero di fine anno è dedicata al fenomeno della stampa 3D a metallo. Abbiamo voluto fare il punto sullo stato del settore, a un anno di distanza dal primo nostro quadro di riferimento, con la consapevolezza che la produzione additiva con metallo diventerà sempre più importante per le aziende manifatturiere, in modo particolare per quelle nazionali, e che altri soggetti entreranno nel mercato a proporre una tecnologia con capacita superiori e costi inferiori a quelli attuali.

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