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Stampanti 3D, nel 2019 cresciute solamente le professionali

Secondo la società di analisi Context le preoccupazioni legate al Covid-19 rendono difficili le prospettive di vendita delle stampanti 3D nel 2020.

A partire dalla fine del primo trimestre di quest’anno, infatti, molte aziende di stampanti 3D hanno giustamente concentrato i loro sforzi dalle vendite di stampanti alla produzione di strumenti necessari per aiutare a combattere il Covid-19.

La produzione di forniture mediche necessarie ha significato un allontanamento dalla produzione e dalla vendita di stampanti 3D.

Secondo Chris Connery, direttore delle analisi presso Context questa rifocalizzazione unita alle riduzioni di domanda e offerta previsti nelle prossime settimane sembra rendere il 2020 un anno difficile per il mercato delle stampanti 3D.

Secondo Connery, “mentre il Covid-19 non aveva ancora avuto un impatto generalizzato, nel quarto trimestre 2019 già le spedizioni globali di stampanti 3D erano insolitamente deboli. Per molti produttori, in particolare quelli focalizzati su stampanti di classe industriale, cioè sopra i 100mila dollari, o di design, fra 20mila e 100mila dollari, questo rallentamento era stato associato a una debolezza del settore automobilistico e a un settore manifatturiero generalmente indebolito nelle economie asiatiche ed europee“.

Bene solo le stampanti 3D professionali

Context rileva che le spedizioni di stampanti nel corso del quarto trimestre 2019 aveva registrato variazioni su base annua del -11%  per le stampanti personali, ossia quelle sotto i 2500 dollari, del + 26% per lòe stampanti professionali (fra 2.500 e 20mila dollari), del -22% per quelle di classe design e del -23% per quelle industriali.

Sull’intero anno 2019 Context ha registrato solamente un + 1% nelle spedizioni di stampanti industriali rispetto al 2018.

Il segmento design ha segnato -6% e le spedizioni di stampanti 3D personali sono calate dell’11%, patendo l’influsso delle stampanti 3D low cost, vendute in kit fai-da-te (un segmento dato per morto troppo presto) ma le cui vendite secondo Context sono difficili da quantificare.

Stampanti 3D in kit

Il leader delle stampanti 3D in kit, e di gran lunga il leader della quota di mercato nel mercato globale delle stampanti 3D quando si considerano sia i kit che i prodotti finiti è stato il cinese Creality 3D. L’autoassemblaggio, praticato dagli hobbisti, è tornato di moda negli ultimi anni, grazie non solo a prezzi molto bassi, ma anche a misure protezionistiche che favoriscono l’importazione di parti che possono essere assemblate localmente su prodotti finiti. Il numero di kit fai-da-te spediti nel 2019, ha calcolato Context, era quasi il doppio rispetto a quello delle stampanti finite ma, se aggregato al totale ,annuale, le vendite in questo mercato hanno aumentato i ricavi globali solo del + 9%.

Anche su base annuale, quindi, l’unica crescita certificata da Context è stata nel segmento professionale, dove le spedizioni di stampanti 3D sono aumentate del 16%.

Nei segmenti design e industriale, che insieme hanno rappresentato oltre il 78% di tutti i ricavi delle vendite di stampanti 3D, le spedizioni aggregate sono diminuite del 3% per il 2019.

Sebbene le spedizioni di stampanti 3D in metallo siano aumentate del 4% rispetto all’anno precedente, con una crescita costante vista nelle tecnologie emergenti come l’estrusione di materiale e il direct energy depositon, si è registrato un calo del 10% rispetto a quello delle stampanti tradizionali a fusione a letto di polvere.

I leader di mercato, GE Additive ed EOS, sono stati raggiunti nella top 5 da Desktop Metal e Markforged  e dal nuovo arrivato, la cinese HBD, Guangdong Hanbang 3D Tech.

Le spedizioni complessive di stampanti 3D polimeriche industriali e di design sono diminuite del 5% rispetto al 2018, ma alcuni fornitori, tra cui HP e UnionTech, hanno registrato una buona crescita eccellente. Stratasys è rimasto il leader di mercato in termini di volumi unitari anche se le spedizioni annuali sono diminuite del 12% nel 2019.

Previsioni impossibili per il 2020

Le previsioni per il 2020 di Context, basate sulle informazioni disponibili al 23 marzo, mostrano che i produttori di stampanti stanno ora valutando, su base giornaliera, gli impatti di una catena di approvvigionamento interrotta e una produttività umana diseguale sia sulla propria capacità di produrre hardware che sui mercati finali che soddisfano.

Attualmente i fornitori offrono solamente previsioni informali: la maggior parte sta iniziando con una prospettiva negativa e prevede di riprendersi man mano che l’attività ricomincia una volta che la pandemia globale andrà attenuandosi.

Mentre ogni classe di stampanti si rivolge a utenti diversi, molti dei mercati finali chiave (come i mercati dentale, aerospaziale, automobilistico, dei prodotti di consumo, ortopedia e dell’istruzione) sono influenzati negativamente dal lockdown globale.

Dal lato dell’offerta i componenti chiave per le stampanti, come per molti altri prodotti elettronici, provengono dalla Cina, la prima regione a essere colpita  dalla pandemia.

A causa dell’incertezza i fornitori di hardware stanno ora pensando in termini di settimane e trimestri piuttosto che anni, e le attuali previsioni aggregate mostrano che i segmenti delle stampanti 3D industrial e di design sono destinati a vedere un calo delle spedizioni del 4% dal 2019 al 2020 anche prendendo in considerazione un ripresa nella seconda metà dell’anno.

Nel mercato industriale, che ha rappresentato il 68% delle entrate globali dell’hardware della stampante 3D nel 2019, le spedizioni nella seconda metà del 2019 sono state lente, anche se di solito questa è la parte più forte dell’anno e le prospettive per il 2020 erano, quindi, già problematiche.

Stampanti 3D industriali: un -2% sarebbe accettabile

Tenendo conto sia di questi venti contrari negativi sia delle sfide della domanda e dell’offerta associate alle reazioni globali al Covid-19, questo segmento spera di vedere un calo di solo il 2% nelle spedizioni di stampanti nel 2020 dopo il CAGR a 5 anni previsto del  14% e prevede una ripresa a rotazione per regione, a partire dall’est.

Le risposte alla pandemia, osserva Context, stanno anche dimostrando che sfruttare la stampa 3D per la produzione locale, anziché fare affidamento su complesse catene di approvvigionamento multinazionali, ha il potenziale per aiutare molte aziende a mitigare i rischi futuri.

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