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Stampa 3D fra mito e realtà: le automobili

Per trattare di stampa 3D di automobili partiamo dal presupposto che stiamo parlando della tecnologia in assoluto più innovativa della nostra epoca, destinata a trasformare ogni cosa: tecnologie produttive obsolete, catene di fornitura hardware, sanità e molte altre aree ancora.

Solo alcuni anni fa, l’entusiasmo che caratterizzava questo settore ci voleva far credere che presto tutti noi avremmo avuto una stampante 3D a casa, ma la realtà è diversa: per quanto rivoluzionaria, la tecnologia è ancora molto complessa.

Alla luce dei lenti progressi registrati nel 2015 e 2016, Context stima che la crescita del settore delle stampanti 3D industriali/professionali sia del 16% per l’anno in corso, mentre quella del mercato delle stampanti personali/desktop dovrebbe aggirarsi attorno al 40%.

Oltre alle ipotesi sulla diffusione delle stampanti 3D per uso domestico, altre voci sulle possibili applicazioni hanno arricchito il mito delle stampanti 3D; alcune si sono effettivamente realizzate, altre potrebbero essere attuabili in futuro, ma altre ancora non hanno nulla a che fare con la stampa 3D.

Qui vogliamo parlare della stampa 3D di automobili e chiediamo un parere a chi di mestiere analizza e tiene sotto controllo il mercato mondiale. Chris Connery, vice president of Global Analysis di Context risponde alla nostra domanda:

È possibile effettuare la stampa 3D di automobili ?

Sebbene alcune aziende vantino di poter stampare le automobili in 3D, a oggi non esiste un’automobile sul mercato che sia stata completamente realizzata in questo modo.

È anche vero, però, che non esiste automobile oggi che non abbia qualche pezzo o elemento al suo interno realizzato mediante la stampa 3D: la tecnologia può essere applicata per la realizzazione di prototipi del veicolo in ogni fase dello sviluppo o, con maggiore frequenza, dei complessi componenti in metallo che grazie alle stampanti 3D vengono prodotti in massa.

Chris Connery, Context

Il settore automobilistico in generale è pronto per utilizzare con maggiore intensità la stampa 3D poiché il calo dei costi di tecnologia e materiali consente alla produzione additiva di andare oltre la fase di prototipazione, un tempo applicazione di nicchia, e di estendersi al mercato più ampio della manifattura generica o della produzione di massa.

Il punto di convergenza, ossia il momento in cui è meno costoso utilizzare la stampa 3D rispetto alle tecniche di produzione tradizionali (come lo stampaggio a iniezione), può verificarsi alla realizzazione di centinaia di migliaia di unità o, attualmente, anche di decine di migliaia.

Parlando di produzione di massa nel settore automobilistico ci si riferisce in genere a volumi molto inferiori rispetto a quelli legati alla produzione, ad esempio, di smartphone o televisori: se si prendono in considerazione le diverse case costruttrici e i loro specifici modelli di automobile (molti dei quali non hanno componenti in comune), produzione di massa può significare decine di migliaia di pezzi (contro i milioni di altri settori), un volume ora economicamente realizzabile con le attuali stampanti 3D.

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