Home Stampa 3D Le sedie Zaha Hadid stampate in 3D dal brand spagnolo Nagami

Le sedie Zaha Hadid stampate in 3D dal brand spagnolo Nagami

Il marchio spagnolo Nagami, creato da Manuel Jimenez García, Miki Jimenez García e Ignacio Viguera Ochoa, debutterà ufficialmente alla Milano Design Week di quest’anno con quattro sedie stampate in 3D disegnate da Zaha Hadid Architects, Ross Lovegrove e Daniel Widrig.

La collezione, che si chiama Brave New World, nome tratto dal romanzo di Aldous Huxley, comprende due sedie, Bow e Rise, disegnate da Zaha Hadid Architects, lo sgabello Robotica del designer inglese Ross Lovegrove, e la sedia Peeler dell’architetto e designer londinese Daniel Widrig.

Per le sedie Bow and Rise, Zaha Hadid Architects ha esplorato i processi di crescita naturale che avvengono nella biologia marina, in particolare gli ecosistemi subacquei e le formazioni coralline.

Le due sedie sono costruite in PLA e cratterizzate da una seduta curva sostenuta da una base grande. Entrambi i pezzi sono stati stampati in 3D con un estrusore a pellet, che utilizza particelle di plastica grezza invece dei filamenti.

La sedia Bow è in una gamma di neri e viola, la Rise è formata da una base blu che si trasforma verso l’alto in bianco, rifinito con dettagli in oro nella parte superiore della seduta.


Ross Lovegrove ha combinato botanica e robotica per lo sgabello Robotica TM, che disegna paralleli tra la “programmazione naturale” della natura e la produzione artificiale che avviene nel campo della robotica.

Lo sgabello è stato costruito utilizzando un processo continuo di rotazione. Con una seduta realizzata con inserti in silicone a prova di calore, lo sgabello può essere adattato per servire anche come un tavolo per mangiare, come base per un televisore, o come elemento decorativo in casa.

Un robot industriale ha realizzato in 3D la sedia Peeler di Widrig, composta da tre pezzi di gusci di plastica PLA spessi sette millimetri.

Descritte dal designer come “similpelle”, le tre superfici ondulate sono state assemblate per sembrare staccate da un corpo articolare invisibile.

Widrig voleva che il suo prodotto consumasse meno tempo macchina possibile e usasse materiale di scarto, e che superasse i limiti della produzione additiva.
La sedia è stata progettata per soddisfare sia i vincoli ergonomici del corpo umano, sia l’ergonomia del braccio robotizzato che la stampa.

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