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Osservatorio Mecspe: alle PMI lombarde è piaciuto il piano industria 4.0

A un anno di distanza dalla presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 le Pmi lombarde promuovono l’azione del ministro Calenda. Secondo la fotografia dell’Osservatorio MECSPE con focus su Lombardia, presentato a Brescia da Senaf in occasione della quinta tappa dei “Laboratori Mecspe Fabbrica Digitale, La via italiana per l’industria 4.0”, il 63,6% degli imprenditori della regione giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore, seppur esprimendo la necessità di un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese.

In particolare, tra le iniziative previste si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento per i macchinari funzionali alla digitalizzazione (68,8%), alla de-fiscalizzazione dei premi di produzione (61,3%), al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (59,4%), e al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (54%).

La Lombardia si conferma locomotiva d’Italia – dice Maruska Sabato, Project Manager di Mecspe (Fiere di Parma, 22-24 marzo 2018) – i dati dell’Osservatorio non indicano solo un generale clima di fiducia nei confronti dei mercati di riferimento e delle prospettive di crescita aziendale, ma mostrano anche come la propensione all’innovazione delle imprese lombarde sia spiccata, con oltre 8 aziende su dieci disposte a investire parte del proprio fatturato per trasformare la propria impresa in una Fabbrica Intelligente.

L’indagine è stata condotta da GRS Research & Strategy su un campione rappresentativo di aziende della meccanica della Lombardia utilizzando il metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). L’indagine si è svolta nei mesi di luglio-agosto 2017

Fra le Pmi si respira dunque una consapevolezza positiva, anche tirando le somme sul proprio percorso verso l’innovazione e la valutazione della propria posizione aziendale in rapporto al processo di Industria 4.0: quasi la metà degli intervistati (48,5%) si sente in linea con le competenze richieste, mentre il 18,2% ritiene di stare precedendo le azioni dei competitor.

Percezione che si estende anche ai benefici che la tecnologia sta apportando al personale: secondo il 67,2% degli imprenditori, questa è in grado di migliorare la qualità del lavoro, mentre il 47,7% è convinto che i dipendenti la vedano come un’opportunità anziché una minaccia.

Leggendo i dati dell’Osservatorio, Alessandro Marini, Cluster Manager AFIL (Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) nota come la figura preposta a stimolare/guidare il processo di innovazione digitale in azienda, per il 43,8% delle imprese, è quella dell’imprenditore, un dato superiore di oltre cinque punti percentuali rispetto alla rilevazione nazionale che si attesta al 37,2%. Si registra, inoltre, come le imprese lombarde riflettano la media nazionale sull’accoglienza del Piano Industria 4.0 varato dal Governo: il giudizio è positivo o discreto per il 63,6% delle aziende, rispetto al 66% del campione nazionale.

Dal punto di vista della preparazione complessiva che la quarta rivoluzione industriale richiede al personale nell’analisi e gestione dei dati, il livello di competenze è giudicato alto dal 12,9% degli intervistati e medio da 75 imprenditori su 100. Per migliorare la formazione il 56,9% delle aziende adotta o ha intenzione di adottare delle attività dedicate  alle  competenze  digitali,  utilizzando  metodi tradizionali come letture, confronti, dibattiti e corsi (20%), rivolgendosi a professionisti e consulenti esterni (9,2%) o affidandosi a metodi che prevedono il supporto di strumenti tecnologici (9,2%).

Le PMI della meccanica che a oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, hanno privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (64,4%) e la connettività (57,6%) – settori in cui si registra anche il livello di conoscenza maggiore da parte delle aziende – il cloud (27,1%), la produzione additiva e la simulazione (25,44%). Entro la fine del prossimo anno, inoltre, l’Internet of Things e la sicurezza informatica saranno presenti nel 20,3% delle aziende lombarde e i big data nel 16,9% di esse.

La digitalizzazione generale raggiunta in azienda è alta, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita (60,9%), di progettazione e sviluppo del prodotto (57,4%) e di relazione con il fornitore di macchine (56,5%). Tra gli effetti maggiormente attesi, il 67,9% prevede fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 72,5% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi. Ma qual è la figura driver preposta a stimolare/guidare il processo di innovazione digitale in azienda? Il 43,8% indica l’imprenditore. A seguire, a notevole distanza, il Direttore/Responsabile IT (10,9%) e, a pari merito, il Direttore tecnico (7,8%) e il Direttore Ricerca & Sviluppo (7,8%).

Al momento, i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati da un rapporto incerto tra investimenti e benefici e dall’arretratezza delle imprese con cui si collabora (45,8%), dall’assenza di un’infrastruttura tecnologica di base adeguata (37,3%), dalla mancanza di competenze interne (33,9%) e dagli investimenti richiesti troppo alti (25,4%).

Per quanto riguarda gli investimenti nei prossimi anni, ben l’81,3% delle aziende è disposto a investire una quota del proprio fatturato per trasformare l’impresa in una Fabbrica Intelligente, con quasi 3 su 10 orientate a superare la quota del 10%.

Come sono andate le Pmi lombarde nel primo semestre

L’andamento aziendale attuale risulta soddisfacente per le Pmi lombarde del comparto della meccanica, con il 58,3% degli imprenditori che parla di performance aziendale positiva, il 37,5% che si dice mediamente appagato e solo il 4,2% contrariato. Soddisfazione che si può in parte spiegare guardando, in prima battuta, all’andamento generale nel I semestre 2017 e alle previsioni per l’anno in corso.

Nella prima metà del 2017 rispetto al 2016, infatti, i fatturati hanno registrato una crescita per il 43,7% delle aziende, mentre il 46,8% dichiara stabilità e il 9,6% un calo. Il portfolio ordini è giudicato adeguato ai propri livelli di sostenibilità finanziaria dall’83,9% delle imprese, contro un 16,1% per cui è inadeguato.

Per quanto riguarda le previsioni per la restante parte dell’anno in corso, sul fronte dei fatturati il 54,3% si aspetta una crescita, il 34% stabilità e l’11,7% prospetta un calo.

L’export resta fattore di traino per le PMI lombarde con quasi 8 su 10 (76,3%) che dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile. Il 23,7% dichiara di realizzare all’estero meno del 10%
del proprio fatturato, il 14% “dall’ 11% al 25%”, il 15,1% “dal 26% al 45%”, il 16,1% “dal 46% al 70%” e il
7,5% “oltre il 70%”.

Chi esporta punta prevalentemente verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (85,5%), seguiti dell’Europa dell’Est (40,6%) e da Asia e Nord America (30,4%). Circa il 18,8% esporta in Russia, mentre il Medio Oriente (14,5%), l’Africa Settentrionale e il Sud America (11,6%), l’Oceania (4,3%) e l’Africa Meridionale (2,9%) rappresentano gli altri mercati di sbocco.

Non ci sono dubbi sul futuro del mercato in cui si trovano a operare le singole aziende: nei prossimi 3 anni, solo il 7,6% si aspetta una contrazione dello scenario in cui opera contro un 56% apertamente convinto dello sviluppo del proprio mercato di riferimento e un 36,6% che crede non ci saranno grosse variazioni rispetto all’andamento attuale.

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