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Makerland, la terra promessa dell’artigiano digitale

makerland inaugurazione

Presso il centro commerciale Auchan di Monza, in via Lario, stamattina il sindaco della città lombarda, Roberto Scanagatti, ha tagliato il nastro di Makerland, primo concept store dedicato all’artigiano digitale, che vi avevamo anticipato QUI.

85 metri quadri che sono una prima volta molto significativa per tutti i partecipanti all’iniziativa.

Come Opendot, Fablab milanese che ha curato l’implementazione, mentre la struttura gemella dotdotdot ha creato il layout per una struttura che è un negozio, ma non è un negozio, nel senso che si deve trasformare anche più volte nel corso della giornata in spazio di apprendimento. E allora tanti tavoli e sedie a scomparsa, in mezzo a schede Arduino, taglio laser, materiale di fabbricazione e stampanti 3D.

Al momento sono presenti una Maty di Gimax3D, una Kloner3D, una Sharebot NG, una Delta Wasp 2040 e una private label di Auchan, Qilive. Gli utenti le possono usare per stampare i propri file STL in negozio «o se le possono anche comperare», ha detto la store manager Stefania Zanovello, figura di Auchan prestata all’iniziativa, che coordina un team di tre persone.

Stefania Zanovello, store manager di Makerland
Stefania Zanovello, store manager di Makerland

Come ci ha detto Enrico Bassi di Opendot, Makerland è uno spazio che deve fare da ponte fra il grande pubblico e i Fablab, in entrambe le direzioni.
Il maker che vuole arrivare sul mercato trova nel negozio posto nella Galleria Auchan una finestra sul mondo.
E chi vuole accostarsi alla cultura dell’artigianato digitale trova dei maker-commessi, esperti e formati per incontrare il pubblico e portarlo dentro la cultura del fare.
Il negozio inaugurato oggi entrerà nel vivo a settembre, con il rientro dalle vacanze e l’apertura delle scuole. Per allora Zanovello e Bassi hanno in serbo varie iniziative di coinvolgimento.

Come in ogni inaugurazione che si rispetti, c’è stato spazio per interventi istituzionali. Per Carlo Abbà, assessore attività produttive Monza il valore dell’iniziativa sta nel nuovo modo di fare commercio per un nuovo modo di fare impresa.
Per Damiano Ramazzotti, direttore operativo della rete di coworking Talent Garden, che ha fatto da collante fra i partner (Opendot, Gallerie Commerciali Italia, Auchan e Sharazad, che ha creato la filiera) la parola chiave da cui partire per inquadrare l’iniziativa, in senso positivo e provocatorio è «follia», intesa più come coraggio e spregiudicatezza, alla Steve Jobs, per intenderci.

In questo senso «folle è stata anche Auchan, che si è accostata a noi. Noi volevamo fare non un officina, ma un punto per interlocutori dei maker, dei Fablab. Queste organizzazioni hanno bisogno di sostenibilità, perché oggi la filiera è monca. Anche chi vende online lo fa verso piccole comunità. La nostra idea è che il negozio deve essere un contenitore, in cui la rete creativa si può esprimere, trovare una casa per avere accesso al grande pubblico, e viceversa».

Si tratta di fare una piattaforma di servizi fatti da maker, «che ha per target chiunque». E per il cliente il valore è «scoprire il senso della fabbricazione digitale, anche se non compra niente. Noi sappiamo che il bambino che entra oggi nel negozio domani diventerà un maker».

Come ha spiegato Luca Previato di Auchan, il progetto è nato un anno fa, basandosi sul substrato del programmd Creative Attitude lanciato tre anni fa dal gruppo retail per favorire l’innovazione partecipativa fra i dipendenti.

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