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La stampa 3D? È di casa nell’agriturismo

Un campus per insegnare ai bambini a programmare videogiochi e ai “grandi” i segreti di argomenti che spaziano dai bitcoin alla stampa 3D, da Arduino a SketchUp.

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Cosa ci si aspetta di trovare in un agriturismo come si deve? Tanto spazio verde, una fattoria con animali da cortile, cavalli, maiali. E poi orti, frutteti, laghetti e magari anche un buon posto dove ristorarsi. Tutte cose presenti nell’Agriturismo La Camilla, disposto su un terreno di otto ettari in Brianza, a nord di Milano. Quello che non ci si aspetta in tanto bucolico ambiente è che sia un posto frequentato anche da chi, oltre alle pecore brianzole, è appassionato di stampa 3D, di Arduino (la scheda hardware open source), di programmazione di videogiochi e addirittura vuole saperne di più su argomenti particolari quali ad esempio i bitcoins (la moneta elettronica tanto discussa quando poco conosciuta nei dettagli). Lo strano connubio tra tecnologia e natura deriva dalla presenza all’interno dell’agriturismo del Campus La Camilla, un centro di formazione nato per affrontare proprio queste tematiche. E dal quale, come vedremo più avanti, a volte “sbocciano” figure che hanno creato start-up proprio partendo da uno dei suoi corsi.

La Camilla

La fabbricazione digitale nel tessuto brianzolo

Per cercare di capire meglio questa iniziativa abbiamo parlato con Giovanni Cotta, fondatore del Campus La Camilla. «Si tratta di un’iniziativa dell’agriturismo La Camilla di Concorezzo – spiega – che nel luglio del 2013 ha deciso di presentare sul mercato alcune proposte formative con un nuovo brand. Il progetto nasce dall’analisi critica di quali potenzialità potrebbero avere digital manufactoring e digital fabrication sul tessuto produttivo brianzolo. Spinti dal desiderio di colmare quel gap di conoscenza tra l’innovazione e status quo abbiamo deciso di iniziare a presentare proposte formative in questi ambiti. Il mercato ha risposto positivamente: il cambiamento della cultura di impresa richiede elementi nuovi a supporto e i posti di lavoro persi dall’industria non verranno riassorbiti dalle stesse imprese».

Dai bambini ai maker

Il centro opera attualmente su tre filoni: Tech for Kid, Maker e Megatrend. «Nel primo caso – prosegue Cotta – realizziamo corsi e campus estivi per insegnare ai bambini delle scuole elementari e medie a programmare un videogioco in autonomia. I ragazzi di oggi sono nativi digitali, è vero, ma spesso poco consapevoli di ciò che “sta dietro” alla tecnologia e all’informatica. Ai maker invece proponiamo corsi su stampa 3D, Arduino, Android, Raspberry PI, SketchUp. Oggi chiunque può realizzare progetti domestici e prototipi. Esistono tecnologie a basso costo e un’intelligenza distribuita in rete completamente gratuita. Nell’area Megatrend infine cerchiamo di anticipare i trend dei prossimi 10 anni. Ad oggi abbiamo una proposta denominata Bitcoin a 360 gradi che permette di conoscere nei dettagli questa criptovaluta. Stiamo lavorando su proposte in ambito realtà virtuale e Internet degli oggetti».

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Tutti i progetti futuri del Campus, che opera in un contesto di mercato «attento ma timoroso», come lo definisce Cotta, sono orientati alla formazione di figure professionali legate all’innovazione, cercando nuove aperture con il mondo della scuola e dell’impresa. «Ci definiamo una open school, pertanto chiunque desidera contribuire anche solo con una idea, troverà porte spalancate. Forti di una location molto bella che dispone di molteplici sale, ristorante e hotel, avremo la possibilità guardare a tutto il territorio nazionale con una serie di eventi collegati al mondo delle startup sui quali stiamo già lavorando. Inizieranno a breve eventi e competition per coinvolgere giovani da tutta Italia nella creazione di una loro azienda».

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Insegnare la stampa 3D

«Il corso di Stampa 3D è il nostro punto di forza» prosegue Cotta. «Con Simone Majocchi, il nostro docente, abbiamo progettato un corso “neutrale”. In aula non sono presenti marchi di case produttrici né viene fatta pubblicità alcuna. Viene descritto, attraverso tre moduli, il mondo del 3D printing nelle sue caratteristiche e potenzialità permettendo ai partecipanti di scoprire quale stampante è più adatta al loro caso in funzione delle loro necessità. Le aule sono molto eterogenee: imprenditori, studenti, artigiani, designer e anche persone in cerca di occupazione. La soddisfazione più grande è stata assistere alla storia di Andrea Paolucci, che ha deciso di aprire una sua iniziativa imprenditoriale nel mondo del 3D printing subito dopo aver seguito il nostro corso».

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Voglia di essere imprenditore

Ed è proprio a Andrea Paolucci che abbiamo chiesto qual è stato esattamente il percorso che l’ha portato a diventare imprenditore in questo settore. «Ho scoperto il Campus La Camilla circa un anno fa – racconta – mentre cominciavo a investigare il nuovo e dirompente mondo delle stampanti 3D. Cercavo informazioni a tutto tondo soprattutto sui produttori di stampanti e navigando tra le pieghe di Internet mi sono imbattuto nell’annuncio di un Open Day 3D Printer presso il Campus: una mezza giornata con interventi sia dei produttori italiani di stampanti (Sharebot e Wasp) sia di esperti come Simone Majocchi che hanno raccontato e presentato questo nuovo affascinate mondo. Quel giorno è stato l’inizio di una grande avventura che oggi è più viva che mai. I mesi che seguirono li ho spesi approfondendo tutti i possibili temi inerenti la stampa 3D, con il pallino fisso di aprire un’attività nel settore. Ho poi acquistato la mia prima stampante 3D, una Sharebot NG con doppio estrusore. Ma i veri problemi iniziarono solo allora: stampare in 3D non è come stampare una foto ed è decisamente più complicato. Ho passato i primi mesi dell’anno affogando tra mille parametri, materiali che si comportano diversamente a seconda della temperatura, livellamento del piatto, ottimizzazione dei modelli e tanti altri aspetti che messi tutti insieme mi hanno fatto quasi impazzire per non dire demoralizzare». E allora Paolocci si è rituffato nelle formazione, frequentando un corso del Campus strutturato in sei sessioni serali che ha affrontato tutti gli aspetti pratici della stampa 3D e successivamente una full immersion di una giornata dedicata all’impiego specifico di SketchUp per la stampa 3D. «Questo corso – afferma – mi ha permesso sicuramente di conoscere meglio il programma e di confrontarlo con altri strumenti software che già uso per la stampa 3d facendomi realizzare chiaramente che la sua vocazione non è proprio per la stampa 3D ma per il rendering CAD. Ad oggi Tinkercad e Autodesk 123D sono i migliori CAD per la stampa 3D».

Si parte con 3DMakify

Finito il percorso formativo, Paolocci si è sentito pronto a diventare imprenditore. «3DMakify, il nome con cui ho battezzato la mia avventura imprenditoriale, nasce quando realizzai che la mia più grande passione, la grafica tridimensionale, poteva diventare reale e tangibile» racconta Paolucci. L’idea di poter “far uscire” dal monitor un oggetto 3D e poterlo toccare, cioè aggiungere al design anche il senso tattile, mi ha elettrizzato. Da qui nasce l’idea di dare l’opportunità a tutti di rendere reali e tangibili le proprie idee e bisogni. Ho iniziato con piccoli oggetti principalmente per le mie figlie (un ottimo campione estremamente fantasioso), come ad esempio gli appendini per l’armadio dei vestiti delle bambole, anelli, gadget vari. Poi sono passato alla riproduzione in digitale e stampa 3D di oggetti, conversione in 3D di loghi e scritte, realizzazione di miniature e per finire scanning e stampa di persone, i cosiddetti 3DTwin o 3DSelfie (anche se di quest’ultima attività sono ancora in fase di studio prototipale)». Oggi 3DMakify offre servizi di stampa 3D in FFF/FDM con Sharebot NG Dual Extruder per la realizzazione di piccoli oggetti e per bozze di studio o prototipi. Il doppio estrusore della stampante permette di realizzare oggetti con due colori o due materiali diversi simultaneamente, nel caso di design più complessi o di più colori si realizzano le stampe in più parti e poi vengono assemblate. I materiali disponibili sono il PLA e l’ABS in varie tonalità. «A breve – afferma Paolucci- offriremo anche la stampa in stereolitografia (SLA) che permette di raggiungere un dettaglio almeno 10 volte maggiore rispetto alla FFF (0,01 mm contro 0,1 mm) e utilizza come materiale resine plastiche sinterizzate otticamente. Ci avvaliamo anche di service di stampa professionali (ad esempio Sculpteo) per esigenze e materiali che vanno oltre i limiti delle FFF/FDM, tipo la stampa multicolore, ad alta definizione e dettaglio o in metallo. A completamento del servizio di stampa forniamo anche servizi di digital modelling (realizzazione su commessa di oggetti 3D) per digital repairing (ricostruzione in digitale di un pezzo rotto e ricostruzione mediante stampa 3D), body scanning e ricostruzione digitale (3DTwin/3DSelfie), gadget e logo per uso professionale e personale, replica di piccoli oggetti e giocattoli».

La presenza virtuale

L’attività di Paolucci è appena partita e non ha ancora una presenza fisica sul territorio, che tra l’altro forse nemmeno è importante per come ha impostato il suo modello di business. «Siamo presenti – con conclude il neo imprenditore – su 3dhubs, network  di service di stampa locali, a questo indirizzo, dal quale è possibile richiedere direttamente il servizio stampa 3D di un proprio oggetto 3D (realizzato in proprio o scaricato da Internet da siti quali Thingiverse o Cgtrader). Per i servizi di digital modelling siamo contattabili direttamente all’indirizzo email info@3dmakify.it per un preventivo/quotazione. A breve saremo online anche con il nostro sito www.3dmakify.it dove offriremo tutti i nostri servizi direttamente».

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