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Italia undicesimo paese al mondo per utilizzo di stampa 3D

La pandemia ha spinto professionisti e ingegneri in tutto il mondo a innovare il proprio lavoro, applicando la stampa 3D in modo rivoluzionario, inaspettato e stimolante per garantire continuità di business.

La considerazione emerge dall’ultima edizione del 3D Printing Sentiment Index di Ultimaker, studio condotto a livello globale dalla società di ricerca indipendente Savanta che mette in evidenza come nel 2020 sia cresciuta l’implementazione della stampa 3D all’interno di diversi tipi di business e per casi d’uso più complessi e sofisticati.

Il 3D Printing Sentiment Index 2021 è stato condotto in dodici mercati chiave in tutto il mondo: Italia, Stati Uniti d’America, Messico, Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, Paesi Bassi, Cina, Giappone, Corea del Sud e Australia.

3D Printing Sentiment Index 2021

Lo studio è stato condotto online da Savanta nel dicembre 2020 su un campione composto da 2.525 professionisti, di cui 1.692 conoscitori della tecnologia e provenienti da dodici paesi: Stati Uniti, Messico, Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, Italia, Paesi Bassi, Cina, Giappone, Corea del Sud e Australia. Gli intervistati appartenevano a ogni livello di business ed a vari settori, tra cui sanità, produzione, architettura e automotive.

La ricerca mostra che la consapevolezza riguardo le opportunità offerte dalla stampa 3D è cresciuta a livello globale: il 71% degli intervistati riconosce la tecnologia e il suo potenziale impatto sul mercato.

La Cina è il Paese con un livello di consapevolezza più alto (84%), seguita da Svizzera (83%), Paesi Bassi (76%) e Stati Uniti (76%).

Anche il sentiment nei confronti della stampa 3D è generalmente positivo: il 65% degli intervistati che conosce la tecnologia crede che la stampa 3D abbia elevate possibilità di espansione nel settore di appartenenza nei prossimi 5 anni (+7% rispetto allo scorso anno).

Questa affermazione è in linea con il cambiamento delle priorità percepite come indispensabili per il business: secondo più di un quarto (27%) degli intervistati la stampa 3D è una priorità di investimento (+7% rispetto all’indice precedente) mentre quasi la metà (49%) crede che diventerà un’applicazione cruciale per il proprio settore.

Attualmente la stampa 3D è più diffusa in Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia. Anche in Messico è stata evidenziata una crescita dell’adozione della stampa 3D, probabilmente legata a molte opportunità di outsourcing provenienti dai vicini nordamericani.

La plastica e i polimeri sono i materiali più comunemente usati nella stampa 3D, con PETG (polietilene tereftalato glicole), PET (polietilene tereftalato) e PETT (polietilene coTrimetilene tereftalato) che guadagnano terreno, rappresentando il 31% del totale delle risorse (+4%).

Nel complesso, l’indice rivela che Stati Uniti, Regno Unito e Germania hanno le più alte aspettative legate all’implementazione dell’additive manufacturing e alla capitalizzazione delle sue opportunità.

Seguono, in ordine, Francia, Cina, Messico, Giappone, Corea del Sud, Svizzera e Paesi Bassi. L’Italia è undecima, seguita dall’Australia.

Cosa ha cambiato la pandemia

Sebbene tra le aziende intervistate 1 su 3 abbia dichiarato di star già utilizzando la stampa 3D per il proprio business, solo 1 su 10 ha completato un percorso di piena integrazione della tecnologia nei propri processi: la stampa 3D ha un grande margine di crescita presso le imprese in termini di conoscenza delle aree di applicazione, della tecnologia e utilizzo.

La pandemia Covid-19 sembra aver favorito l’adozione della stampa 3D, che si è rivelata un’alternativa affidabile per innovare rapidamente ogni tipo di business e produrre direttamente in loco.

Nel 2020 molte più aziende hanno fatto ricorso a un utilizzo più massiccio della stampa 3D: da piccoli team dedicati (Champion Stage) si è passati ad un’implementazione matura ed estesa della stampa 3D, in alcuni casi a livello di interi stabilimenti; un salto di qualità che ha avuto un ROI misurabile (Competence Centre Stage aumentato del 3% e Fully Embedded Stage aumentato del 2%).

La maggior diffusione della stampa 3D e i livelli di implementazione più avanzati, favoriti dalla necessità di garantire la continuità del business e far fronte alle continue sfide poste dalla pandemia, hanno generato nuovi casi d’uso.

Gli ingegneri impegnati nelle catene di approvvigionamento hanno così potuto sostenere i flussi di lavoro, produzione e distribuzione in maniera innovativa, prevenendone l’interruzione.

Di conseguenza, il 55% delle aziende che utilizzano la stampa 3D hanno iniziato a produrre componenti end-use e quasi tre quarti sfruttano questa capacità per creare strumenti di lavoro in loco, ottimizzare l’organizzazione degli stabilimenti e snellire la logistica. La prototipazione è scesa dell’8%, pur rimanendo l’ambito di utilizzo più comune della stampa 3D.

Nonostante la stampa 3D abbia portato a risultati positivi durante la pandemia, ci sono ancora ostacoli che ne rallentano la diffusione. Capacità operative (67%), skill dei dipendenti (65%), e costruzione di una solida esperienza aziendale (40%) rappresentano ancora dei limiti per le aziende, pur avendo registrato una flessione nel 2020, come rilevato dallo studio. In particolare, gli ostacoli operativi che rappresentano la maggior fonte di preoccupazione per le imprese sono la velocità di stampa, l’integrazione con strumenti e software esistenti (ecosistema) e l’affidabilità/precisione della stampa.

La stampa 3D in Italia

Tra i Paesi analizzati, l’Italia si posiziona all’undicesimo posto per livello di implementazione della stampa 3D nel proprio tessuto industriale e manifatturiero.

Dal dettaglio dei dati italiani raccolti dal 3D Printing Sentiment Index si comprende che nel 2020, l’adozione della tecnologia di stampa 3D ha conosciuto una crescita rispetto al 2019: tra le imprese intervistate, quasi la metà (47%) ha adottato gli strumenti di stampa 3D all’interno dei propri processi produttivi, una crescita che vede l’Italia al quarto posto tra le nazioni analizzate per incremento di adozione nell’ultimo anno.

Anche nel nostro Paese si conferma il trend globale che vede sempre più l’utilizzo della stampa 3D per la produzione in loco di strumenti industriali (il 70% degli intervistati ha indicato questa funzione quale utilizzo principale) mentre continua il trend positivo di utilizzo della stampa 3D per l’innovazione del business attraverso lo sviluppo di prototipi.

Un italiano su due, inoltre, conferma la propria fiducia nella funzione determinante che la stampa 3D avrà lungo il 2021 per la propria azienda.

La mancanza di conoscenza e skill specializzate è ancora uno degli ostacoli principali all’adozione della tecnologia, ma rispetto al 2019 si è registrata una leggera diminuzione dell’impatto di tali problematiche sull’integrazione industriale della stampa 3D.

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