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Stampa 3D fra mito e realtà: il cibo

Per trattare di stampa 3D di cibo partiamo dal presupposto che stiamo parlando della tecnologia in assoluto più innovativa della nostra epoca, destinata a trasformare ogni cosa: tecnologie produttive obsolete, catene di fornitura hardware, sanità e molte altre aree ancora.

Solo alcuni anni fa l’entusiasmo che caratterizzava questo settore ci voleva far credere che presto tutti noi avremmo avuto una stampante 3D a casa, ma la realtà è diversa: per quanto rivoluzionaria, la tecnologia è ancora molto complessa.

Alla luce dei lenti progressi registrati nel 2015 e 2016, Context stima che la crescita del settore delle stampanti 3D industriali/professionali sia del 16% per l’anno in corso, mentre quella del mercato delle stampanti personali/desktop dovrebbe aggirarsi attorno al 40%.

Oltre alle ipotesi sulla diffusione delle stampanti 3D per uso domestico, altre voci sulle possibili applicazioni hanno arricchito il mito delle stampanti 3D; alcune si sono effettivamente realizzate, altre potrebbero essere attuabili in futuro, ma altre ancora non hanno nulla a che fare con la stampa 3D.

Qui vogliamo parlare della stampa 3D di cibo e chiediamo un parere a chi di mestiere analizza e tiene sotto controllo il mercato mondiale. Chris Connery, vice president of Global Analysis di Context risponde alla nostra domanda:

È possibile effettuare la stampa 3D di cibo ?

Più o meno. Questo è stato uno dei punti su cui si era concentrata l’attenzione mediatica qualche anno fa.

Chris Connery, Context

Più che cibo in senso totale, la maggior parte delle stampanti si limitava, in realtà, a estrudere diverse paste in forme particolari. Del resto la vera stampa 3D viene a volte definita anche come produzione additiva.

Le stampanti 3D alimentari di oggi non vengono utilizzate per la produzione di massa, e il numero di macchine vendute fino ad ora è così limitato da non avere alcuna rilevanza economica.

Possiamo quindi affermare che la stampa 3D di alimenti è ancora ferma alla sola propaganda e non si è ancora evoluta in un vero mercato, o anche in un sotto-mercato.

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