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Prototipare i PCB per tutelare l’IP

Un’indagine condotta da Nano Dimension su progettisti e costruttori di PCB progettisti e costruttori, ingegneri elettronici, OEM rivela che vi è una crescente domanda per la prototipazione in azienda nell’ambito delle azioni di ricerca e sviluppo dei prodotti. L’interesse è particolarmente accentuato tra le aziende che spendono più di 100mila dollari all’anno per servizi di prototipazione.

Degli oltre 975 intervistati in 25 paesi, il 70% spende fino a 50mila dollari e il 14% più di 50mila dollari all’anno in prototipazione PCB. Il 16%, cioè 142 intervistati, stanno spendendo oltre 100mila dollari per la prototipazione in outsourcing ogni anno.

La maggior parte degli intervistati ha spiegato che i costi di prototipazione sono alti perché richiedono la realizzazione di PCB multistrato complessi.

La quasi totalità degli intervistati da Nano Dimension (9 su 10) ha dichiarato le loro aziende si affidano a strutture terze di prototipazione, ma quasi due su tre hanno dichiarato anche di temere che la loro proprietà intellettuale (IP) sia a rischio e molti vorrebbero opzioni per gestire la stampa dei propri PCB internamente.

Svincolarsi dall’Asia

Simon Fried, Chief Business Officer di Nano Dimension ha evidenziato come progettisti e ingegneri vogliono chiaramente tempi di risposta più rapidi e rischi ridotti quando inviano i propri file di progettazione per la prototipazione. «Ma con quasi tutte le aziende di produzione situate in Asia, raramente si raggiunge la tempestività desiderata è raramente un’opzione. In realtà, a volte portano a PCB che non sono ottimizzati tanto quanto gli ingegneri vorrebbero, a causa dei lunghi tempi di consegna. E l’invio di disegni aumenta le probabilità che l’IP, ossia la proprietà intellettuale possa essere violata».

Simon Fried, cto di Nano Dimension
Simon Fried, cto di Nano Dimension

E, sottolinea sempre Fried, anche quando le realtà di prototipazione sono partner di fiducia, i vincoli di tempo associati con l’outsourcing possono limitare le innovazioni.

Ne risulta che molti designer si basano su disegni di PCB certi, anziché esplorare idee innovative per timore che possono portare a troppe iterazioni, con conseguenti ritardi di prototipazione e quindi di produzione.

L’alternativa, per Fried, è ovviamente la 3D printed electronics gestita in house, basandosi sulla stampante 3D DragonFly 2020, che la società israeliana indirizza a vari settori produttivi: ingegneria, difesa, aerospaziale, elettronica, medicale, sensori e indossabili,  telecomunicazioni ed energia.

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