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Manufat, macchine per tutti i lavori

Manufat è l’azienda fondata poco più di tre anni fa da Sam Bianchi Bazzi, allora diciannovenne. con il nome di Creatr. Il cambiamento del nome è servito a evidenziare anche il cambiamento radicale di questa società, in rapida crescita che occupa sia in qualità di service sia di rivenditore di stampanti 3D.

«Nel 2014 – ci spiega Bianchi Bazzi – ho iniziato da solo questa attività, spinto dalla passione per la stampa 3D e senza avere un’idea precisa dell’evoluzione che avrebbe potuto avere la mia azienda. Oggi siamo in cinque e abbiamo obiettivi ben precisi: prototipazione rapida e funzionale utilizzando diverse tecnologie, produzioni in serie, vendere stampanti e organizzazione di corsi di formazione. Non trattiamo con uno specifico settore e le richieste che ci arrivano per realizzare prototipo rapidi o funzionali sono le più disparate. Abbiamo realizzato per esempio alcune statuette della Vergine Maria per un cliente che collabora con aziende che lavorano il marmo oppure ci è stato chiesto di stampare 3D il modello della mandibola di una persona affetta da cancro. Il modello ha permesso ai medici di programmare accuratamente l’operazione e prevedere eventuali problemi che avrebbero incontrato».

La divisione dedicata alla manifattura additiva di Manufat è composta da sei stampanti stereolitografiche, sei stampanti FDM e una stampante con la tecnologia CFF (Continuous Filament Fabrication) sviluppata da Markforged.

Prototipo di cuffie audio realizzate con la tecnologia FDM

«Le peculiarità di ogni metodologia – afferma Bianchi Bazzi – ci permettono di rispondere alle esigenze dei nostri clienti, in termini di finitura superficiale, resistenza alle diverse sollecitazioni meccaniche e soprattutto in base alla funzionalità delle parti. In base alle richieste dei clienti cerchiamo di scegliere la tecnologia e il materiale più adatto. Per i prototipi rapidi in ogni ambito utilizziamo maggiormente la tecnologia FDM e il PLA. Questa scelta è dettata dal costo ridotto di questo filamento, adatto per una prima visualizzazione di un prodotto. Per i prototipi molto definiti e complessi la tecnologia che utilizziamo maggiormente è la SLA, soprattutto per l’altissimo dettaglio e la perfetta finitura superficiale che è possibile ottenere. Per i pezzi sottoposti ad elevate sollecitazioni meccaniche, la scelta ricade invece sulla tecnologia CFF. Idealmente simile alla FDM, permette di realizzare parti in Nylon (o Nylon caricato con fibre di carbonio corte) rinforzate al loro interno con fibre continue di carbonio, vetro o Kevlar. Grazie alle proprietà di questi materiali, la CFF viene maggiormente utilizzata nel settore meccanico. Le criticità maggiori che incontriamo nella realizzazione di parti per i clienti non riguardano le macchine o il loro funzionamento. La difficoltà maggiore che riscontriamo è quella di spiegare alle aziende ciò che è possibile realizzare con la stampa 3D. Le imprese che si approcciano all’additive manufacturing per la prima volta, spesso hanno idee molto confuse sulle potenzialità delle stampanti 3D».

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