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Fusione a letto di polvere verso il top della stampa industriale

Le stampanti 3D a fusione di letto di polvere hanno rappresentato il 40% del fatturato globale del comparto industriale e professionale nella prima metà dell’anno.

Lo sostiene la società di ricerche inglese Context, che ricorda come in quanto a unità vendute, il segmento delle stampanti 3D industriali e professionali è costituito da stampanti che sfruttano sette tecnologie, di cui le principali sono quella a estrusione di materiale, la fotopolimerizzazione e il getto di materiale.

Per Context al quarto gradino del podio si pone la fusione a letto di polvere, che continua a crescere ed è già al primo posto in termini di ricavi.

Il crescente interesse intorno a questo segmento di tecnologia coinvolge le due tendenze più calde in fatto di stampa 3D, e che hanno richiamato attori del comparto tecnologico come Ricoh e Hp: la stampa a metallo e quella con polimeri.

Il metallo è uno dei settori in più rapida della crescita nel mercato della stampa 3D con soluzioni di fusione letto polvere che rappresentano il 90% di questo mercato dei metalli.

La stampa con metallo è cresciuta del 29% nel primo semestre, utilizzata sia per la realizzazione di singoli pezzi finiti, sia per le piccole serie.

A conferma della grande attenzione del mercato c’è la recente acquisizione fatta da GE di due aziende leader della stampa 3D metallica, SLM ed Arcam, ossia la seconda e la quarta società per ricavi nel settore del metal printing (al primo c’è Eos), per creare una nuova business unit di additive manufacturing.

Con l’ascesa di nuove soluzioni in polvere a base di plastica (in genere con nylon) da parte di HP, Ricoh e di altri, insieme con la crescita costante nello spazio di metalli, Context stima che l’additive manufacturing con fusione a letto di polvere possa crescere in cinque anni con un Cagr del 63%, arrivando a una quota del 26% del mercato mondialer in termini di unità vendute entro il 2020.

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