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Al consumer piace il 3D printing

Secondo Canalys, il 46% delle stampanti 3D vendute nei primi tre mesi dell’anno sono state appannaggio di hobbisti e appassionati. E il crowdfunding aiuta il calo dei prezzi.

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Sono quasi 27.000 (26.800 per la precisione) le stampanti 3D vendute in tutto il mondo nei primi tre mesi di quest’anno. Lo sostiene Canalys, sottolineando che se è vero che la fetta più significativa di questo mercato è ad appannaggio del mondo delle imprese, dal micro business alle grandi organizzazioni, il mondo consumer si dimostra sempre più interessato alla stampa 3D e ai suoi utilizzi, se è vero come è vero che il 46 per cento delle macchine sono ormai appannaggio dell’utenza domestica. È chiaro, sottolinea Canalys, che il crescente interesse del mondo consumer verso la stampa 3D va di pari passo con la crescente disponibilità di dispositivi a prezzi accessibili. Se non v’è dubbio che le potenzialità della tecnologia per il mondo business, in particolare per le attività di prototipazione e per la produzione personalizzata, non potranno che promuoverne in misura sempre maggiore l’adozione nelle imprese, parimenti una forte spinta è ormai attesa proprio nell’ambito amatoriale: sono gli hobbisti e i cosiddetti early adopter che beneficeranno dell’effetto downpricing per una adozione sempre più massiva.

La leva del crowdfunding

Ma cosa contribuisce al calo dei prezzi? Non è solo una questione di volumi crescenti. Molte delle stampanti low cost o ultra low cost, spiega Canalys, oggi arrivano da startup innovative, spesso sostenute da progetti di crowdfunding. Sono siti come Kickstarter o Indiegogo che oggi sostengono la crescita del comparto: il crowdfunding rappresenta dunque un modo rapido per rendere sostenibili i progetti di innovazione, rivelandosi al contempo un termometro efficace per misurare in tempo reale l’effettivo interesse dei consumatori verso un prodotto o una tecnologia. Il 67 per cento delle stampanti vendute nei primi tre mesi di quest’anno ha un prezzo, tasse escluse, inferiore ai 10.000 dollari, ma i modelli consumer di base facilmente oggi si posizionano nell’orbita del 1.000 dollari. E sono proprio i progetti di crowdfunding che oggi lasciano intravedere una non remota possibilità di dispositivi con prezzi inferiori ai 500 dollari.

Quando scadono i brevetti

Per altro, alcuni brevetti cominciano ad arrivare a scadenza e anche questo fattore contribuisce all’abbassamento dei prezzi di ingresso. E in questo caso a beneficiarne non sono solo le startup, ma anche e soprattutto vendor affermati come Stratasys, che persegue l’obiettivo della stampa 3D low cost con Maker-Bot, o Autodesk. In questo scenario Canalys arriva a prospettare che le stampanti 3D possano diventare una presenza comune in casa, alla pari di un qualunque elettrodomestico, nell’arco dei prossimi 10 anni.

La fascia alta del mercato

Resta poi la nicchia. Restano, cioè, le stampanti 3D industriali, con un costo superiore ai 100.000 dollari e punte d’eccellenza che arrivano al milione. Sono davvero una quota minima del comparto – secondo Canalys l’1% in termini unitari – ma non certo residuale: appare evidente che con certi livelli di prezzo il fatturato diventa significativo.

Due dei principali brevetti scaduti per la stampa 3D: quello della stampa a fusione di filamento (FDM) usata soprattutto sulle macchine consumer e quello della sinterizzazione di polveri (SLS) delle macchine professionali.
Due dei principali brevetti scaduti per la stampa 3D: quello della stampa a fusione di filamento (FDM) usata soprattutto sulle macchine consumer e quello della sinterizzazione di polveri (SLS) delle macchine professionali.

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