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Droni per l’artigiano digitale del nordovest

Di droni e della loro applicazione negli ambiti della fotografia, della fotogrammetria e per l’analisi delle funzionalità dei pannelli fotovoltaici, si è parlato nel secondo dei tre “incontri digitali” organizzati a Omegna, sulle sponde del Lago d’Orta, da Forum Omegna e Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.

L’offerta, in una zona che, da tempo, cerca di riqualificarsi, passa dall’ingegno di chi, come Davide Morea, oltre all’esperienza decennale maturata nell’ambito dell’elettronica industriale, ha deciso di mettere a frutto gli ultimi quattro anni spesi presso il Polo d’Innovazione Tecnologica di Dalmine (Bg), dove ha sede GeoSkyLab, prima azienda autorizzata dall’Autorità Aeronautica ENAC come organizzazione di consulenza e d’addestramento piloti droni.

Ne è nata Templedrone, azienda commerciale che, a Omegna, si propone come punto di riferimento per chi desidera diventare un professionista nel mercato dei droni.

Da qui la proposta di un pacchetto completo che va dalla fornitura di sistemi professionali alla documentazione richiesta dalla normativa di settore, fino alla formazione professionale per volare “in regola”, ossia in linea con il regolamento in essere per i sistemi aereomobili a pilotaggio remoto.
Oltre alla formazione obbligatoria «che, dal prossimo 1° giugno – come ha ricordato Morea – in aggiunta al solo attestato teorico precedentemente richiesto allarga anche all’abilitazione pratica, lo step obbligatorio per chi desidera operare con velivoli privi di pilota e comandati a distanza», si affianca la proposta attivabile su base volontaria di una serie di corsi di fotografia e video con droni, di fotogrammetria aerea, di ricostruzione e di termografia utilizzata nell’agricoltura di precisione o nella mappatura termica dei pannelli fotovoltaici.
Ma non solo.

L’uso dei droni applicato al BIM

Chi come Marco Caccini, che negli ultimi vent’anni si è occupato di modellazione digitale tridimensionale applicata alla ricostruzione di immobili, l’accento lo pone sull’uso dei droni applicato alla progettazione.
«Con l’evoluzione delle tecnologie – è la puntualizzazione del geometra – la loro implementazione in ambito professionale ha consentito risultati fino a poco tempo fa impensabili, a costi infinitamente ridotti con conseguenti evoluzioni per i professionisti della progettazione e un’estensione del loro campo applicativo».
Il pensiero va dalle tecniche di rilievo per tracciare e ricostruire ambiti fluviali, a fronti franosi fisicamente difficoltosi da avvicinare, fino a una tutela del territorio anche in termini di conservazione e analisi, oltre che di sorveglianza specifica.
«Nell’ambito del Building Information Modeling – è l’ulteriore precisazione – l’applicazione dei droni può consentire un ulteriore sviluppo di questa tecnologia di collaborazione progettuale per la quale, l’applicazione sempre più spinta anche di elementi di realtà aumentata consentiranno la rivalutazione di tutta una serie di figure professionali».

Formazione per le imprese

Trait d’union l’attuale offerta formativa del Verbano Cusio Ossola dove è presente, in primis, VCO Formazione, società consortile nata nel 2003 per potenziare la collaborazione e integrazione del sistema dell’istruzione scolastica e universitaria con le realtà produttive del territorio offrendo, non solo a giovani in obbligo formativo, corsi gratuiti o a pagamento anche nei settori delle tecnologie avanzate, della grafica Web, del turismo e della tutela ambientale.

«Elettronica su piattaforma Arduino, droni e stampa 3D – ha spiegato Andrea Damiano, responsabile marketing di VCO Formazione – sono tra le novità introdotte a catalogo e rivolte, oltre che agli studenti di licei e istituti professionali, anche a maker, artigiani digitali o aspiranti tali», anche con l’aiuto di Templedrone, a cui VCO Formazione intede rivolgersi per la proposizione anche di corsi di costruzione, manutenzione e pilotaggio a scopo professionale.

Servizi per il territorio

Ci crede Milena Sartorisio, docente di elettronica presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Cobianchi, realtà di eccellenza fondata nel 1886 come Scuola d’Arte e di Mestieri al servizio delle aziende del territorio per poi trasformarsi, nel 1993, in Istituto Tecnico Industriale con oggi all’attivo 26 laboratori, circa 1.750 studenti suddivisi in quattro indirizzi tecnici, e relative specializzazioni, e due licei.

«Abbiamo di recente ultimato un corso sulle nuove tecnologie e la stampa 3D per le classi di informatica e di elettronica con gli esperti di FabLab Milano e l’intervento di ST Microelectronics sui microprocessori alla base di un’innovazione tecnologica che cavalca l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro introdotta da quest’anno».
La stessa che, con il contributo dell’Associazione genitori e della Camera di Commercio di Verbania, l’Iti Cobianchi ha tradotto nell’acquisto, già un anno fa, di una stampante 3Drag, cui si è di recente aggiunto un modello SDM 3D per la prototipazione, a livello consumer, di una serie di applicazioni.
«Quella del tutto sperimentale per un’azienda di Verbania specializzata nella produzione di tende da sole – ha dettagliato Sartorisio – potrebbe essere solo la prima di una lista utile a trasformare anche questa attività in un lavoro conto terzi sulla prototipazione di oggetti, come già facciamo per l’analisi delle acque del Lago Maggiore e con i corsi specialistici di informatica».

Atelier creativi

Della diffusa diffidenza verso le innovazioni tecniche e tecnologiche, «che hanno caratterizzato per molto tempo il nostro mondo educativo anche nei momenti di grande cambiamento nell’impostazione della scuola italiana» ha parlato Alberto Soressi, dirigente dell’Istituto Comprensivo Beltrami di Omegna sottolineando, ancora una volta, come l’introduzione della tecnologia nell’ambiente di apprendimento «rimane svuotato del suo valore se non correttamente collegato nei processi di insegnamento-apprendimento».

Giovano allora interventi significativi come quello predisposto in collaborazione con Confartigianato per la realizzazione di atelier creativi.
«Siamo partiti – ha spiegato Soressi – dall’ipotesi di creare nel paese che ha dato i natali a Gianni Rodari, laboratori che, anche con l’ausilio di stampanti 3D, non fossero solo contenitori di tecnologia ma veri e propri luoghi di innovazione per scuole del primo ciclo, non tese alla professionalizzazione. Ne sono nati scenari didattici costruiti attorno a robotica ed elettronica educativa, logica e pensiero computazionale, artefatti manuali digitali che si inseriscono a pieno titolo nella scoperta e riscoperta del gioco come strumento didattico in cui la scuola omegnese è capofila di un progetto pilota nazionale».

 

 

 

 

 

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